Una pagina di Storia:                                  

  

   Ettore Carafa nasce ad Andria, il 29 dicembre 1767, da Riccardo Carafa, duca di Andria, grande scudiero di Ferdinando IV di Borbone e da Margherita Pignatelli di Monteleone, dama di corte della regina di Napoli, Carolina d’Austria. Trascorre i suoi primi anni di vita nella residenza ducale dei Del Balzo e viene educato secondo consuetudini nobiliari, consone alla posizione di spicco della sua famiglia nel Regno di Napoli.

   Legge Le Vite Parallele di Plutarco, il libro che porterà con sé fino al giorno della sua morte. Compiuti gli studi a Napoli, entra a far parte della Camera di Corte di Ferdinando IV, ma, deludendo le aspettative di sua madre, che desiderava per lui prestigiose cariche, Ettore mostra un’indole antimonarchica, che si esprime in indignazione per l’oppressione e la schiavitù di un popolo.

   Con il suo istitutore, Franco Laghezza di Trani, uomo di sentimenti liberali, ma contro la volontà dei genitori, nel 1787, va in Francia, dove, nel clima dell’ imminente Rivoluzione, respirerà le nuove idee di libertà e uguaglianza, che accentueranno, definitivamente, in lui un’ evidente intolleranza verso la gretta tirannia borbonica.

    Tornato a Napoli, alla fine dell’Ottantanove, accusato di diffondere stampa sovversiva, viene arrestato e condotto in Castel S.Elmo, da cui fuggirà con l’aiuto del fratello Carlo. A Milano, dove Napoleone aveva istituito la Repubblica Cisalpina, crea una legione per liberare Napoli dai Borboni.

   Ettore Carafa riceve dal Governo Provvisorio della Repubblica Napoletana l’incarico di recarsi in Puglia: la conoscenza del luogo e il prestigio della sua persona gli avrebbero consentito di vincere la resistenza di alcune città, fra cui Andria, fedeli al vecchio regime e di far valere i diritti civili del popolo, oppresso dalla schiavitù feudale e medioevale.

   Il nobile Carafa, al seguito dell’esercito francese, guidato dal generale Broussier, giunge davanti alla sua città natale, le cui mura si elevano severe ai suoi occhi, ricche dei ricordi della fanciullezza. Qualcuno, dalle feritoie, lo chiama per nome, egli rivolge parole di moderazione e di pace agli abitanti, che reagiscono, però, con le armi. Il saccheggio si compie, ma prima che Andria diventi un cumulo di macerie, Ettore chiede al generale Broussier di ritirare le truppe. La sua richiesta viene accolta: Andria è al sicuro.

  L’esercito della Santa Fede, comandato dal Cardinale Ruffo, restaura nel Regno di Napoli il potere borbonico, che metterà in atto una dura repressione verso i patrioti repubblicani: il 4 settembre del 1799 Ettore Carafa veniva ghigliottinato a Napoli.

Ettore Carafa, la famiglia, i luoghi, la rivoluzione